Inclusione, “Genitori tosti in tutti i posti”: si garantisce stabilizzando i precari specializzati
inviato da Maria Guagliardito* – Il valore della politica si misura nella tutela e nell’aiuto alle persone con disabilità ed in particolare, se parliamo di ragazzi con disabilità, nel rispetto delle loro diritto allo studio, troppo spesso sacrificato ad esigenze di natura finanziaria.
Nonostante la normativa italiana per l’integrazione sia giudicata all’avanguardia, gli interessi dei ragazzi con disabilità vengono, troppo spesso, sacrificati davanti ad esigenze di tagli alla spesa pubblica. Da ciò consegue la precarizzazione dei docenti specializzati, che va a scapito della continuità didattica, fattore determinante per favorire il successo formativo dei ragazzi con disabilità.
Il continuo cambiamento dell’insegnante di sostegno, infatti, non garantendo una presenza stabile che segua costantemente l’alunno nel processo di integrazione, finisce con il compromettere l’uniformità e la continuità dell’intervento individuale, con pesanti ricadute in termini di regresso delle esperienze e degli apprendimenti compiuti dal ragazzo.
Ogni anno gli alunni con disabilità, presenti nelle classi di ogni ordine di scuola, sono costretti a cambiare il docente di sostegno; ma, ancora più grave è il fatto che i posti sul sostegno sono ricoperti da insegnanti di classi di concorso in esubero o che chiedono l’ assegnazione provvisoria, non specializzati per le attività di sostegno, i quali, non avendo scelto volontariamente di occuparsi di attività di sostegno, considerano questa opzione l’unica via per risolvere problemi di natura personale che nulla hanno a vedere con il processo di integrazione de ragazzi con disabilità.
Il sostegno è scelta. Decidi di specializzarti perché hai vissuto la disabilità di un figlio, di un fratello, di un amico o perché hai propensione a prenderti cura delle persone che hanno difficoltà.
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